Turismo funerario, un termine che appare macabro, ma è davvero così? Il turismo funebre non è qualcosa di morboso e contrario alla morale, e di certo non è nemmeno una novità degli ultimi anni. Infatti, fin dall’800 le persone frequentano i cimiteri per visitare le tombe dei defunti famosi, e anche per godere della loro bellezza e tranquillità. Al giorno d’oggi alcuni cimiteri storici sono diventate vere e proprie attrazioni turistiche, luoghi che raccontano ai viaggiatori la storia di una città e dei suoi abitanti.
La nascita dei cimiteri
Anche se il culto dei morti ha sempre fatto parte della storia dell’umanità, i cimiteri come li conosciamo oggi sono merito dell’editto di Saint Cloud (correttamente: Décret Impérial sur les Sépultures), emanato da Napoleone a Saint-Cloud il 12 giugno 1804, che raccolse organicamente in due corpi legislativi tutte le precedenti e frammentarie norme sui cimiteri. L’editto stabilì che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati, e che fossero tutte uguali. Si volevano così evitare discriminazioni tra i morti. Per i defunti illustri, invece, c’era una commissione di magistrati a decidere se far scolpire sulla tomba un epitaffio. Questo editto aveva quindi due motivazioni alla base: una igienico-sanitaria e l’altra ideologico-politica. Fu poi esteso anche al Regno d’Italia dall’editto Della Polizia Medica, promulgato sempre da Saint-Cloud, il 5 settembre 1806.
I cimiteri monumentali
Non tutti i cimiteri sono uguali, infatti in tutto il mondo abbiamo diversi esempi di cimiteri monumentali. Questi sono diventati famosi e veri e propri musei all’aperto.
Ormai i cimiteri monumentali sono tappe turistiche, con tanto di inserimento nelle guide.
Nei cimiteri monumentali si va per ammirarne le tombe, come le imponenti sculture di Père-Lachaise a Parigi, o per cercare la lapide di persone famose, o per la storia che il Cimitero Monumentale rappresenta, come ad esempio il cimitero ebraico di Praga. Ma anche in Italia abbiamo diversi e bellissimi cimiteri di questo tipo, come il cimitero monumentale di Milano o la Certosa a Bologna.
In questo articolo vogliamo portarvi a conoscere qualcuno dei più belli e particolari del mondo.
Père-Lachaise
Il cimitero di Père-Lachaise si trova nel 20° arrondissement, a Parigi. Fu inaugurato nel 1804, ed è uno dei cimiteri monumentali più famosi e più grandi al mondo. All’entrata si può ritirare una mappa in cui sono indicate le tombe dei personaggi famosi sepolti in questo cimitero, tra i quali troviamo Jim Morrison. Questo cimitero conserva misteri e curiosità a non finire. Ad esempio, sulla tomba di Oscar Wilde, con tanto di scultura in stile egizio che rappresenta un uomo in fuga, troviamo sempre innumerevoli segni di rossetto, lasciati dalle labbra degli ammiratori.
Il cimitero allegro di Sapanta in Romania
Coloratissimo e vivace, il Cimitirul Vesel si compone di 800 croci in legno colorate di blu e di altrettante lapidi sulle quali si raccontano, in modo ironico e satirico, pregi e difetti dei defunti, e gli eventi più rilevanti delle loro esistenze terrene. Passeggiando nel cimitero che ride, ci si imbatte quindi in interessanti dipinti che mostrano scene di vita semplici e genuine: in alcuni casi ci sono donne che filano la lana, tessono i tappeti o cuociono il pane, in altri, uomini che lavorano il legno, arano la terra, portano le mandrie al pascolo e suonano uno strumento musicale. L’epitaffio più noto, che si trova anche sui souvenirs, appartiene a Dumitru Holdis: “Coloro che amano la buona grappa come me patiranno, perché io la grappa ho amato, con lei in mano sono morto”. In questo luogo di sepoltura, oltre ad apprendere le storie di vita degli abitanti del villaggio, si impara, grazie all’umorismo bonario dei versi sulle lapidi, che tutti abbiamo dei difetti e possiamo accettarli col sorriso.
Il vecchio cimitero ebraico di Praga
È stato per oltre 300 anni, a partire dal XV secolo, l’unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali sono all’incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe, perché il cimitero non poteva espandersi fuori dal perimetro esistente. Durante l’occupazione tedesca, il cimitero fu risparmiato: infatti le autorità tedesche decisero che sarebbe rimasto a testimonianza di un popolo estinto. In alcuni punti si sono sovrapposti fino a 9 strati di diverse sepolture. Le tombe consistono esclusivamente di una lapide di arenaria o di marmo (quelle più importanti) piantata nella terra. Nessun ritratto, perché la religione ebraica lo vieta, solo disegni simbolici per indicare la professione o le qualità del defunto: forbici per sarti, pinzette per i medici, mani che benedicono per i sacerdoti e poi tanti animali per chi si chiamava Volpi, Orsi e così via. Oggi si contano circa 12 mila lapidi, ma si ritiene che vi siano sepolti oltre 100 mila ebrei, la più antica è quella di Avigdor Kara del 1439, l’ultima è quella di Moses Beck del 1787. La tomba più visitata è quella di Rabbi Löw, dove i visitatori si fermano a pregare e lasciano sulla lapide i tradizionali sassi, oltre a monete e biglietti che esprimono i loro desideri.
I cimiteri monumentali in Italia
Anche in Italia i cimiteri monumentali sono sorti in seguito alle leggi Napoleoniche e, sono vere e proprie opere d’arte commissionate dalla ricca borghesia. Se il cimitero parigino di Père-Lachaise è il prototipo del cimitero monumentale ottocentesco, è in Italia, in particolare nel ricco e laborioso Nord, che il fenomeno conosce la sua massima espansione.
I cimiteri monumentali in Italia sono lo specchio curioso del gusto e dei costumi di un’epoca e custodiscono le opere dei maggiori scultori a cavallo tra XIX e XX secolo, da Luigi Orengo, che nel cimitero di Staglieno a Genova realizza tomba Delmos (1909) tra liberty ed erotismo, a Leonardo Bistolfi e gli altri straordinari artisti che si possono ammirare tra i viali del cimitero monumentale di Milano: Medardo Rosso, Adolfo Wildt e Giacomo Manzù, per citarne solo alcuni. Oltre a queste meravigliose opere d’arte, i cimiteri custodiscono le spoglie di personaggi fondamentali per la nostra cultura. Nel solo famedio del Monumentale di Milano sono sepolti, tra gli altri, Arrigo Boito, Luigi Cagnola, Carlo Cattaneo, Francesco Hayez, Alessandro Manzoni, Salvatore Quasimodo e Arturo Toscanini.
Dobbiamo sempre ricordarci che qualunque sia il cimitero che visitiamo, più o meno grande o più o meno indicato sulle guide turistiche, questo è un luogo di culto e come tale va rispettato. I luoghi della memoria diventano arte e, raccontano la storia di popoli e uomini. Visitare un cimitero monumentale è un viaggio che stimola la mente e lo spirito e sicuramente arricchirà la nostra conoscenza e la nostra cultura.