Viaggio verso l’ultima destinazione: il trasporto funebre internazionale

A tutti è capitato di vedere o semplicemente sentire di qualche persona che ha abbandonato questa vita, mentre si trovava all’estero. Naturalmente, e come è giusto che sia, non ci facciamo mai grandi domande tecniche, ma comunque è un tema importante che può verificarsi. Oggi affrontiamo una problematica delicata e spesso trascurata: il trasporto funebre internazionale, un argomento complesso che richiede attenzione, pianificazione e la massima professionalità.

Cosa fare quando un caro viene a mancare all’estero?

La perdita di una persona cara è un evento doloroso che sconvolge la vita di chi rimane. Se questo evento luttuoso avviene all’estero, il dolore si amplifica a causa delle difficoltà burocratiche e organizzative legate al rimpatrio della salma.

Infatti ci potremmo trovare di fronte a un labirinto legale difficile da capire e districare. I documenti e le normative non mancano naturalmente, ma bisogna prestare estrema attenzione a produrli, in modo che non ci siano problemi una volta rientrati in patria.  

Per far fronte a questa situazione delicata, è fondamentale affidarsi a un’impresa funebre specializzata nel trasporto internazionale. Questi professionisti saranno in grado di guidarvi attraverso il labirinto di documenti e normative necessari, sia in Italia che nel paese di destinazione.

I documenti che bisogna produrre per non avere nessuna sorpresa all’arrivo in patria del nostro caro sono diversi e sono indispensabili per poter trasportare la salma. Vediamoli nel dettaglio:

  • certificato di morte: rilasciato dal comune di decesso.
  • passaporto o carta d’identità del defunto: valido e in buono stato.
  • autorizzazione al trasporto funebre internazionale: rilasciata dall’autorità sanitaria locale del comune di decesso.
  • dichiarazione di imbalsamazione: se il defunto è stato imbalsamato.
  • certificato di non contagiosità: rilasciato da un medico necroscopo, se il decesso è avvenuto per malattia infettiva.
  • visto d’ingresso: se il trasporto avviene verso un paese che richiede il visto.

Oltreconfine, tra leggi e regolamenti

Oltre ai documenti necessari, è fondamentale conoscere le leggi che regolano il trasporto funebre internazionale. In Italia questa fattispecie è normata dalla convenzione di Berlino, essendo l’Italia un paese aderente dal 2018, che fu sottoscritta nel 1937 nella capitale tedesca, e individua alcune disposizioni come il Passaporto Mortuario, rilasciato dall’autorità competente del luogo di decesso o esumazione, come deve essere imballata la salma e con quali mezzi può essere trasportata. Naturalmente questo vale solo nei Paesi aderenti a questa convenzione.

Le normative per il trasporto funebre internazionale, al di fuori di particolari convenzioni come visto appena sopra, variano notevolmente da Paese a Paese. Per questo motivo, in caso si verifichino questi episodi, è fondamentale contattare immediatamente l’ambasciata o il consolato del Paese di destinazione per ottenere informazioni precise e aggiornate, e in molti casi essere seguiti durante le procedure. Infatti le controversie e criticità sono sempre presenti, soprattutto in questi casi.  

Il trasporto funebre internazionale può essere un processo complesso e costoso, che può generare diverse controversie, come problemi di successione o di rispetto delle volontà del defunto e, in particolare se si proviene da Paesi che non aderiscono alla convenzione di Berlino, potrebbero esserci problemi legali, magari legati allo stabilire le cause del decesso o alle condizioni di trasporto. In ogni caso, 

per affrontare al meglio questa delicata situazione, i nostri consigli sono quelli di affidarsi a un’impresa funebre specializzata nel trasporto internazionale, pianificare il trasporto in anticipo, informarsi sulle normative vigenti nel paese di destinazione e stipulare un’assicurazione per il trasporto funebre.

Il trasporto funebre internazionale è un tema delicato che richiede attenzione, sensibilità e la massima professionalità. Affidandosi a esperti del settore, come le Onoranze funebri Emidio e Alfredo de Florentiis, e seguendo i consigli che ti daremo, è possibile affrontare questo difficile momento con serenità e rispetto per il defunto. E ricordate che non siete soli.

AI e servizi funebri. Una nuova opportunità?

Da novembre dell’anno scorso, il 2022, tutti quanti noi abbiamo sicuramente sentito parlare almeno una volta di intelligenza artificiale. Se il termine esiste da tempo, la possibilità di toccare con mano e testare questi strumenti è questione di pochi mesi fa, cioè da quando la società openAi ha rilasciato la sua chat gpt.

Vero, le nuove tecnologie all’inizio fanno sempre un pò di paura, e tendiamo a essere diffidenti, soprattutto quando si tratta di strumenti così potenti. Però, se ci ragioniamo, superata la diffidenza iniziale, possiamo immediatamente capire che queste possono essere utili e apportare un significativo aiuto in qualunque settore, anche nel nostro delle onoranze funebri.

L’intelligenza artificiale può essere utilizzata in diversi modi, nel nostro settore, e ci può aprire delle nuove prospettive e nuove tipologie di servizio.
Quando si parla di morte bisogna sempre ricordarsi che il contatto umano, la vicinanza e una voce rassicurante fanno la differenza, ma pensiamo che questa nuova tecnologia possa essere utile per diversi scopi.

In particolare possiamo portare alcuni esempi significativi:

  • Identificazione automatica di persone decedute: l’AI può essere utilizzata per riconoscere in modo preciso le caratteristiche di una persona deceduta, come la sua età, il sesso, la forma del viso e altre caratteristiche, in modo da facilitare l’identificazione della persona da parte dei parenti e dei conoscenti. Pensiamo alle vittime di un incidente o di una valanga, che potrebbero essere identificati velocemente, in modo da rendere più veloce questa triste operazione, e poter riconsegnare più velocemente le salme alle famiglie.
  • Previsione della durata di conservazione del corpo: l’AI può essere utilizzata per prevedere quanto tempo un corpo può essere conservato in modo da poter essere esposto alla famiglia e ai parenti per l’ultimo saluto. Vero, questo utilizzo può sembrare macabro, ma dobbiamo ricordarci che, in un mondo sempre più globalizzato, le culture potrebbero mischiarsi, rendendo importante questo tipo di valutazioni.
  • Consulenza sulle pratiche funebri: l’AI può essere utilizzata per fornire consigli sulla scelta di pratiche funebri appropriate, come il tipo di urna, la scelta del cimitero e il tipo di cerimonia funebre. Questo potrebbe essere un servizio implementabile nelle pagine web delle agenzie funebri, in modo da poter offrire a un utente futuro tutte le informazioni di cui ha bisogno. Inoltre, un servizio del genere potrebbe velocizzare i tempi di risposta per queste informazioni, rendendole immediatamente disponibili.
  • Ottimizzazione delle operazioni di gestione funebre: l’AI può essere utilizzata per ottimizzare le operazioni di gestione, come la pianificazione dei servizi funebri e il trasporto del corpo, in modo da garantire una maggiore efficienza e una migliore gestione delle risorse. Questo vale soprattutto se ci si deve interfacciare con delle richieste particolari, che magari richiederebbero del tempo per essere soddisfatte appieno. Grazie a un AI, gli operatori funebri, potrebbero ridurre i tempi di studio del servizio ed essere ancora più efficienti di quanto sono normalmente.

Tuttavia, è importante notare che l’utilizzo dell’AI nel settore funebre potrebbe anche sollevare alcune preoccupazioni etiche e culturali, e quindi deve essere gestito con attenzione per rispettare le esigenze e le sensibilità dei parenti e dei conoscenti del defunto.

Come tutte le cose, non bisogna abusare, soprattutto in questi ambiti così delicati. Niente potrà mai sostituire l’empatia umana, la presenza e il calore delle persone che dovranno rendere onore a un nostro caro nel migliore dei modi possibili.

Anche gli esempi che abbiamo voluto portare, in parte, riguardano degli aspetti tecnici e non meramente organizzativi. Le persone, la nostra presenza discreta, il nostro aiuto a chi vive il dolore di quel momento, non verrà mai e poi mai sostituito da una impersonale intelligenza artificiale, ma le tecnologie non sono brutte, le innovazioni vanno capite e sfruttate se possono aiutare a offrire un servizio sempre migliore e preciso.

Offrire sempre un servizio eccellente dovrebbe essere la consuetudine se si parla di onoranze funebri. E noi delle onoranze funebri Emidio e Alfredo De Florentiis non facciamo sicuramente eccezione. La nostra ricerca, la nostra storia, il rispetto delle tradizioni, con un occhio sempre rivolto al futuro e al progresso, ci portano a essere sempre costantemente aggiornati e a potervi offrire ciò che di meglio può dare il nostro servizio.

La cremazione in Italia: le ultime statistiche

Se analizziamo la situazione delle sepolture in Italia, ci rendiamo conto che negli ultimi anni c’è stato un uso sempre più costante delle pratiche di cremazione. Questo è dovuto anche all’aumento della mortalità causata dalla pandemia di Covid, ma ci sono anche altri fattori che hanno contribuito all’aumento delle richieste di cremazione in Italia negli ultimi anni:

  • Cambiamenti culturali: la cremazione sta diventando sempre più accettata come modalità di sepoltura alternativa alla sepoltura tradizionale.
  • Costi: la cremazione è solitamente più conveniente rispetto alla sepoltura tradizionale e richiede meno spazio per la sepoltura delle ceneri.
  • Urbanizzazione: la crescita delle città e la scarsità di terreno disponibile per le sepolture stanno spingendo sempre più persone a scegliere la cremazione.
  • Preoccupazioni ambientali: la cremazione è percepita come un’opzione più ecologica rispetto alla sepoltura tradizionale, poiché non richiede la preparazione di una tomba e la costruzione di una lapide.

Questi sono solo alcuni dei fattori che stanno contribuendo all’aumento delle richieste di cremazione. Tuttavia, è importante sottolineare che le preferenze personali, culturali e religiose giocano ancora un ruolo importante nella scelta delle modalità di sepoltura.

Analizzando le statistiche, possiamo notare un quadro di indubbia crescita, soprattutto per quanto riguarda la cremazione di feretri che, nel 2020, hanno raggiunto la quota di 247.840 cremazioni, con una crescita del 27,31% rispetto all’anno 2019. Una piccola inversione di tendenza c’è stata nel corso del 2021 che ha visto una diminuzione dell’1,47%, con un decremento numerico corrispondente a 3.654 unità, mentre la mortalità è diminuita del 4,97% (pari a -37.111), segno, comunque, che la tendenza a scegliere la cremazione ha avuto una accelerazione anche nel 2021.

In netto calo, invece, la cremazione di resti mortali: nel 2020 siamo scesi a 29.266 (con un calo di 9.039 rispetto all’anno 2019). Il motivo di questo calo, però, è presto spiegato: nel corso della pandemia, gli impianti per la cremazione si sono ritrovati ad affrontare un numero di defunti molto superiore alla media e le norme ministeriali hanno deciso di posticipare, a data da destinarsi, le cremazioni dei resti mortali.

Continuando a guardare le statistiche, notiamo che il 70% circa del totale delle cremazioni avviene nelle regioni del nord Italia, e si concentrano soprattutto nelle grandi città, dove grava anche il problema dello scarso spazio a disposizione per i cimiteri. 

Il lato oscuro dei dati:

Ma non tutti gli aspetti relativi alla disciplina della cremazione sono positivi: infatti, tra i tanti, si possono evidenziare i seguenti aspetti, taluni anche nuovi:

  • La diffusione di crematori di cintura urbana nelle aree metropolitane (ad. es. di Milano, Torino, Napoli).
  • Una sovra-dotazione di impianti in talune zone (del Nord), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità effettive; si avverte così il fallimento della legge n. 130 del 2001, che imponeva piani di coordinamento regionali, poiché ben poche sono le regioni che vi hanno ottemperato.
  • L’avvio di numerose pratiche per la realizzazione di impianti nel Centro e Sud Italia, in buona parte stoppati dal rifiuto, spesso immotivato, delle popolazioni interessate dalle nuove localizzazioni (fenomeno cosiddetto NYMBY, not in my back yard, cioè non nel mio giardino), con conseguente rallentamento della installazione di nuovi crematori. In qualche caso anche le normative regionali hanno temporaneamente bloccato la realizzazione di impianti aggiuntivi rispetto a quelli esistenti o creato barriere legislative particolarmente pesanti all’ingresso di nuovi soggetti.
  • La cremazione non solo è ormai pratica funebre maggioritaria e scelta normale in ampie zone d’Italia, ma sta crescendo sempre più nel Centro e nel Sud a causa di carenze di posti feretro e per economicità del costo complessivo di un funerale.
  • La creazione di network organizzati di gestori di impianti di cremazione, che possono contare non su un singolo crematorio, ma su una rete di questi.

Non è la prima volta che parliamo di cremazione, l’abbiamo analizzata in diversi suoi aspetti, da quello tecnico a quello psicologico, ma la crescita non è mai stata così sostenuta. Infatti, anche le agenzie funebri come le Onoranze Funebri Emidio e Alfredo de Florentiis, si sono attrezzate per soddisfare questo tipo di richieste, organizzandosi in tal senso per gestire la parte sia burocratica sia tecnica. 

Le statistiche sulla mortalità

Come ogni inizio anno l’ISTAT ha rilasciato le statistiche sulla mortalità in Italia. Lo strumento utilizzato per descrivere questo fenomeno è la statistica e in particolare il calcolo  dell’indice di mortalità. Questo può essere spiegato come lo strumento statistico per misurare la quantità di morti in una popolazione in un dato periodo di tempo. Ci sono diversi modi per calcolare l’indice di mortalità, ma uno dei più comuni è quello di utilizzare il tasso di mortalità generale (o tasso di mortalità globale), che è il numero di decessi in un anno ogni 1.000 abitanti.

L’indice di mortalità può anche essere suddiviso in diverse categorie, come ad esempio tasso di mortalità infantile (per i bambini sotto i 5 anni) o tasso di mortalità per cause specifiche come malattie cardiovascolari o cancro. Infatti ci sono diverse fonti di dati che possono essere utilizzate per calcolare l’indice di mortalità, tra cui statistiche sanitarie nazionali e internazionali, censimenti e indagini di mortalità.

Esistono molteplici fattori che influiscono sulla mortalità in una popolazione: in generale si può dire che un alto tasso di mortalità indica una scarsa qualità della vita, connesso a fattori come povertà, scarsa istruzione, malnutrizione e accesso limitato a cure mediche di qualità, ma, soprattutto nel caso di società più complesse ed evolute, un indice di mortalità alto potrebbe essere sinonimo di una diffusione di una epidemia o pandemia. 

Per calcolare l’indice di mortalità si utilizzando diversi strumenti statistici:

  • Tasso di mortalità generale (o tasso di mortalità globale): è il numero di decessi in un anno per 1.000 abitanti. Viene calcolato dividendo il numero totale di decessi in un dato periodo di tempo per la popolazione totale e moltiplicando per 1.000.
  • Tasso di mortalità specifico: è il numero di decessi per causa specifica per 100.000 abitanti. Viene calcolato dividendo il numero di decessi per una determinata causa per la popolazione totale e moltiplicando per 100.000.
  • Tasso di mortalità infantile: è il numero di morti tra i bambini sotto i 5 anni per 1.000 nati vivi. Viene calcolato dividendo il numero di decessi tra i bambini sotto i 5 anni per il numero di nati vivi in un dato periodo di tempo e moltiplicando per 1.000.
  • Indice di mortalità perinatale: è il numero di morti perinatali (ovvero morte del feto o del neonato entro la prima settimana di vita) per 1.000 nati vivi. Viene calcolato dividendo il numero di morti perinatali per il numero di nati vivi in un dato periodo di tempo e moltiplicando per 1.000.
  • Tasso di mortalità proporzionale: è il numero di decessi per una determinata causa, diviso per il numero di decessi totali, moltiplicato per 100.

Questi sono solo alcuni esempi degli strumenti statistici utilizzati per calcolare l’indice di mortalità, ci sono molti altri metodi e statistiche correlate. Tuttavia, è importante notare che per ottenere dati precisi e affidabili, è necessario utilizzare fonti di dati di alta qualità e applicare metodi statistici appropriati. Inoltre, quando cerchiamo di spiegare i dati ottenuti, dobbiamo ricordarci sempre che le statistiche vanno contestualizzate e incrociate tra di loro, in modo da ottenere la spiegazione più coerente e completa della realtà.

In Italia il compito di raccogliere i dati sulla mortalità è affidato all’istituto nazionale di statistica, l’ISTAT, che ogni anno li raccoglie in tabelle, liberamente consultabili da tutti. Grazie a questi dati, i centri di ricerca indipendenti o universitari, oltre allo stesso istituto, possono analizzare le cause e cercare di spiegarne il significato. Se, ad esempio, prendiamo in considerazione il tasso di mortalità medio in Italia, possiamo vedere che è rimasto tra il 9,1 e 10,7 per mille dal 1948 e il 2019, ma è aumentato notevolmente dopo il diffondersi della pandemia di covid dall’inizio del 2020 salendo oltre il 12 per mille. 

Ora, questo dato è facilmente interpretabile, la mortalità è aumentata a causa della pandemia che abbiamo dovuto affrontare, ma, se vogliamo analizzare un dato meno conosciuto, possiamo vedere cercare quale siano le principali cause di morte in Italia, quali sono gli anni che presentano un eccesso di mortalità e vedere a cosa è legato questo fenomeno, guardare l’età media dei decessi, ecc.

Sapere esattamente i dati della mortalità in Italia, avere statistiche precise e complete, avere più punti di vista sull’interpretazione dei dati, è importantissimo perché permette al legislatore o all’amministratore locale di intervenire in caso ci sia necessità di normare qualche situazione, pensiamo agli incidenti stradali o alle morti bianche, ma, al contempo, permette anche di capire a chi con la morte ci lavora, come noi delle Onoranze Funebri Emidio e Alfredo de Florentiis, come dobbiamo organizzare il nostro servizio, in modo che sia sempre ai massimi livelli, seguendo le norme di legge e i regolamenti amministrativi. 

L’immobiliare dei defunti

Tutti noi sappiamo che il cimitero ha due funzioni essenziali e importanti: la prima è essere un luogo del ricordo dei nostri cari defunti, e la seconda è quella di essere il luogo nel quale si compiono i processi trasformativi del cadavere, in modo controllato, per tutelare la sanità e l’igiene pubblica. Purtroppo il sistema di tumulazione italiano non ha mai tenuto conto di un possibile aumento dei decessi e, di conseguenza, della necessità di nuovi spazi per le sepolture. La fragilità del nostro sistema cimiteriale, purtroppo, è emersa durante il periodo più duro del covid, dove l’eccesso di mortalità ha messo in difficoltà molti comuni italiani, soprattutto i più popolosi. 

Le difficoltà saranno sempre maggiori, soprattutto nelle grandi città, che registrando un aumento di popolazione, dovranno attrezzarsi per accogliere, si spera il più tardi possibile, ancora più defunti. Vero, la cremazione sta dando una grande mano al sistema, ma anche per questa pratica i tempi di attesa si stanno allungando sempre di più. È necessario ripensare all’intero sistema cimiteriale, in modo da evitare qualunque collasso e attesa, ridurre la burocrazia al minimo e, al contempo, occorre ripensare profondamente al ruolo del cimitero nelle città di questo secolo, comprendere i bisogni del lutto e integrarli con altri bisogni della nostra società.

Per tornare ad essere rilevanti per le loro comunità, i cimiteri devono creare spazi e memoriali progettati non solo per scopi funzionali, ma anche e soprattutto per attrarre le famiglie, e preservare la memoria dei nostri cari. Per muoverci su questa nuova direttiva, bisogna avere una comprensione approfondita della comunità, dei dati demografici, delle preferenze della popolazione e dei modelli di sepoltura e commemorazione. Infatti il sistema napoleonico di sepoltura, ancora usato nei nostri cimiteri, sta iniziando a mostrare tutti i suoi limiti, facendo allontanare sempre più i cittadini dalle opzioni seriali, portandoli alla ricerca di qualcosa di unico e personalizzato.

Abbiamo già parlato delle sepolture alternative e visto come i luoghi di inumazione, o gli impianti di cremazione, possano diventare dei luoghi nei quali la commemorazione del defunto assume un nuovo significato. Ed è anche guardando a questi esempi che la crisi cimiteriale italiana può trasformarsi in un’opportunità urbana.
Infatti, la grande diffusione della cremazione, permetterà di liberare negli anni delle aree nei cimiteri, che potrebbero essere destinate a un sistema di inumazione o tumulazione, in aree a prevalenza verde, non più viste come meri luoghi di sepoltura, ma come parti integranti del tessuto urbano, come spazi di rispetto, ma anche di comunità. 

È arrivato il momento di capire realmente cosa fare del sistema cimiteriale italiano, visto che molte aree destinate a questo uso hanno terminato la loro funzione, perché è finito lo spazio fisico a disposizione, e generano solo spese e non più introiti, necessari per la manutenzione ordinaria. Su questo aspetto occorre puntare i riflettori e varare rapidamente una riforma legislativa della normativa cimiteriale, affinché i cimiteri italiani possano avere un futuro che non sia, come oggi purtroppo si intravede, di abbandono quasi certo.

Le soluzioni ci sono, ma a volte difficilmente applicabili: si parla del sistema americano, dove i cimiteri sono gestiti da fondi terzi, che gestiscono una parte degli introiti e, in cambio, grazie agli interessi maturati da questi fondi, si fanno carico del decoro e del mantenimento del cimitero, oppure lasciare l’incombenza ai comuni, facendoli gestire al pari di uno spazio verde urbano, o ancora destinare una parte dei ricavi cimiteriali a questo scopo. Ci sarebbe anche una soluzione, estrema, alla quale non dovremmo mai arrivare, cioè il tassare l’uso degli spazi cimiteriali.

Noi delle Onoranze Funebri Emidio e Alfredo De Florentiis questo problema riusciamo a toccarlo con mano ogni giorno. Il nostro lavoro sarà sempre svolto ai massimi livelli, con una cura maniacale di ogni dettaglio e il rispetto di tutte le richieste del cliente, ma siamo consapevoli della situazione di alcuni cimiteri. Vero, la soluzione non è facile e deve contemplare una nuova visione del sistema cimiteriale italiano, coinvolgendo tutti gli attori presenti. Di sicuro bisogna ripensare questi spazi, renderli più vicini possibile alle città e ai centri abitati e, grazie anche alla cremazione, individuare, e costruire, luoghi nei quali il ricordo e il rispetto possano fondersi con la società dei vivi.

Il rito funebre

Il rito funebre_

il rito funebre

I riti funebri sono sempre stati celebrati sin da quando l’uomo esiste sulla terra. Nelle grotte dello Shanidar in Iraq, ad esempio, sono stati scoperti degli scheletri di Neanderthal coperti da un caratteristico strato di polline: ciò ha suggerito che i morti potessero essere sepolti con un minimo di cerimoniale in cui il presunto omaggio floreale potrebbe rappresentare una sorta di simbolismo. 

Come già accennato, l’uomo ha sempre avuto un’attenzione particolare verso la morte e il rendere omaggio ai propri defunti. Ogni popolo, sin dall’antichità, ha avuto, e ha ancora, propri riti e tradizioni che si sono tramandate e si sono adattate ai tempi. 

Le somiglianze che interessano le diverse culture sono tante, ma sono profonde e radicate anche le differenze, ed è giusto e doveroso rispettarle in un momento tanto delicato. 

Sul nostro blog abbiamo già visto come vengono svolti i riti funebri laici o in determinate culture nel mondo, ma oggi vi vogliamo raccontare i riti funebri delle maggiori religioni nel mondo.

Rito funebre cattolico

Il cristianesimo è la religione più diffusa nel mondo con oltre 2 miliardi di fedeli. In generale, il funerale cristiano è il rito che viene realizzato per il trapasso dell’anima del defunto dalla vita terrena a quella dei cieli. Il cristianesimo crede nell’esistenza dell’inferno, del purgatorio e del paradiso e, in base alle azioni svolte in vita, l’anima buona e senza peccato potrà andare in paradiso, mentre i peccatori che non hanno intenzione di redimersi andranno all’inferno. Il purgatorio è una zona di passaggio per le anime che devono ancora ripulirsi del tutto per poi poter accedere al paradiso. 

Tre sono i momenti principali organizzati durante il rito funebre cattolico: il commiato durante il quale la salma è esposta davanti ai visitatori, la veglia e, infine, la sepoltura. 

Negli ultimi anni si sta affacciando sempre più nel rito funebre cattolico anche la cremazione. Benché la chiesa preferisca la sepoltura, non è contraria alla cremazione della salma.

La durata di un intero rito funebre cristiano è di circa tre giorni, dalla veglia fino alla sepoltura o alla cremazione, e la messa vera e propria in chiesa può durare da un’ora a un’ora e mezza in base all’orazione del sacerdote. 

 

Rito funebre musulmano

La seconda religione più diffusa al mondo dopo il cristianesimo è l’Islam. Il rito funebre musulmano prevede delle regole più rigide per la sua realizzazione rispetto a quello cattolico. 

Come molte religioni del mondo, anche l’islam crede nell’aldilà ma, a differenza del cristianesimo, i musulmani pensano che ci si andrà nel Giorno del Giudizio, ossia quando il mondo finirà e le anime dei defunti potranno finalmente entrare in paradiso se sono state buone in vita o, al contrario, essere relegate all’inferno. 

Nella religione islamica la cremazione non è prevista perché la resurrezione non sarebbe possibile con l’eliminazione del corpo materiale. Alla sepoltura generalmente partecipano solo gli uomini.

Secondo la Sharia, la legge sancita dall’Islam, i rituali per onorare il defunto devono essere organizzati subito dopo la sua morte. Gli occhi e la bocca del defunto vengono chiusi, come accadeva anche in molti rituali dell’antichità, e il corpo viene coperto con un lenzuolo. 

Dato che le abluzioni sono fortemente radicate nel credo islamico, anche il corpo del defunto deve essere lavato per tre volte da parte dei suoi familiari, essere posizionato con le mani sul petto e infine chiuso all’interno di lenzuola. 

Durante il funerale le persone care e i membri della comunità si riuniscono nella moschea per pregare e chiedere il perdono per il defunto, affinché possa entrare in paradiso. Il rito viene guidato dall’imam e può durare fino a un’ora, mentre il periodo di lutto dura tre giorni, anche se le vedove lo portano per mesi. 

Rito funebre ebraico

Un funerale ebraico è una cerimonia ricca di rituali e di leggi che devono essere rispettate. Un aspetto molto interessante dell’ebraismo è che i fedeli non credono in un aldilà, come fanno i credenti delle altre due maggiori religioni, ma pensano semplicemente che la morte debba essere accettata.

Nel momento in cui una persona muore, il suo corpo deve essere lavato e poi avvolto in un sudario insieme a un gruppo di persone che veglierà su di lui finché non verrà sepolto e il tutto deve avvenire nell’arco di un’unica giornata, e le persone che desiderano fargli visita dovranno recarsi nel luogo prescelto per la cerimonia che può essere la sinagoga oppure un luogo reso disponibile dall’impresa di pompe funebri. 

Durante il rito funebre le persone quindi si riuniscono, vengono recitate le preghiere, viene fatto un elogio e il corteo si muove verso il cimitero dove sarà recitata un’altra preghiera. Al termine della sepoltura, i familiari e i visitatori si recheranno alla sinagoga o alla casa del defunto per un ricevimento dove verrà accesa una candela in memoria del defunto. 

Per quanto riguarda la sepoltura o la cremazione, alcuni movimenti permettono solo la prima mentre altri ammettono anche la seconda. 

Il rito funebre, che sia civile o religioso, è il momento più ricco di significato, in cui viene commemorata la persona defunta, dandole l’ultimo saluto e esprimendo solidarietà alla famiglia attraverso la partecipazione.

Le tradizioni, il credo religioso, l’appartenenza ad un gruppo sociale, le particolari volontà dei congiunti e quelle lasciate dall’estinto, rendono unico ogni atto funebre. Noi delle Onoranze Funebri Emidio e Alfredo De Florentiis offriamo un servizio in grado di rendere omaggio al defunto nel rispetto di tutti i maggiori riti funebri.

Vivere per sempre: capsula mundi

Abbiamo già parlato di sepolture alternative e siamo riusciti ad apprezzare la filosofia che si cela dietro a questi nuovi modi di concepire il riposo eterno del nostro caro, ma anche il tema del ricordo. Se curiosiamo sul web sicuramente, tra le proposte più interessanti e curiose nelle quali possiamo imbatterci, spicca il progetto Capsule Mundi.

Questo particolare e interessante progetto nasce dall’idea di un team italiano di designer, Anna Citelli e Raoul Bretzel, ed è stato presentato per la prima volta al Salone del Mobile del 2003, e finalmente, dopo diversi anni, questa idea è riuscita a concretizzarsi. È partito tutto grazie a una campagna lanciata su Kickstarter nel 2016 e adesso si trova in fase di start-up.

L’idea di partenza dei due designer è stata quella di considerare la morte non come la fine, bensì come un passaggio inevitabile, un modo per ricongiungersi alla natura. Partendo da questi concetti, hanno voluto realizzare una bara, reinventando questo oggetto, utilizzando materiali ecologici e conferendole dei simboli universali che si legano alla vita, come l’uovo, la posizione fetale e l’albero.

Da queste considerazioni, da questa ispirazione nasce Capsule Mundi, cioè un’urna biodegradabile, realizzata con materiali a base di amido, bambù o vimini, a forma di uovo in cui vengono riposte le ceneri dei defunti, o eventualmente il corpo in posizione fetale, attraverso un ampio foro che viene poi richiuso.

L’uovo viene successivamente posizionato sotto terra come se fosse un seme e sopra la capsula viene piantato un albero che la persona defunta può scegliere in vita. Gli amici e i parenti si potranno recare all’albero, identificato attraverso un sistema GPS, e potranno prendersene cura, rendendolo così anche un’eredità per chi verrà dopo di noi, ma anche per il futuro del nostro pianeta. 

Infatti il progetto ha anche una grande valenza dal punto di vista ambientale: le capsule sono costituite in materiale biodegradabile, evitano l’abbattimento di alberi per la produzione dei cofani e contribuiscono a piantare nuovi alberi che, in questo particolare momento storico sono indispensabili per la salvaguardia del nostro pianeta.

In questo modo anche i cimiteri cambieranno faccia: non saranno più dei luoghi grigi pieni di lapidi, ma giardini e posti carichi di significato e bellezza, in cui possono crescere decine e decine di alberi, segni di vita. 

Ad oggi, le capsule per le ceneri (in inglese chiamate burial pods) sono già in produzione e in commercio, ma non quelle che conteranno il corpo, ancora in via di sviluppo, anche perché manca ancora un regolamento per questa eventualità. In italia, come sappiamo, la legge in generale è aperta all’uso di urne biodegradabili, ma ha delegato alle singole Regioni l’emanazione di regolamenti in merito. 

Come spesso avviene nel nostro Paese, alcune Regioni non hanno recepito ancora la legge quadro, mentre alcuni Comuni hanno scavalcato la propria Regione, proponendo procedure particolari. 

Comunque bisogna anche considerare che le urne biodegradabili sono equiparate alla dispersione delle ceneri nel terreno, quindi è possibile “piantarle” in terreni di proprietà oppure pubblici purché ad almeno 100 mt da centri abitati, corsi d’acqua, spiagge, come da regolamento comunale sulla dispersione delle ceneri.

Vero, sono alternative suggestive che arricchiscono tutta quella gamma di offerta per personalizzare e rendere più intimo il funerale e, al contempo, permetterci di elaborare il lutto in maniera più serena. Dobbiamo comunque ricordarci che questo progetto vuole affiancare e non sostituire il nostro modo di intendere la sepoltura, e che un’agenzia come le Onoranze Funebri Emidio e Alfredo De Florentiis, saprà consigliarvi e proporvi sempre la soluzione più adatta a voi e ai desideri del caro estinto. 

Nuove tecnologie e funerali: facciamo chiarezza

Non possiamo più negarlo, la trasformazione è sotto i nostri occhi da tempo, la pandemia ha mutato il modo di concepire i funerali e la morte. In questi due anni gli impresari di pompe funebri si sono dovuti attrezzare per affrontare una duplice sfida: da una parte soddisfare le nuove esigenze dei clienti sempre più informati sulle nuove possibilità di esequie, dall’altra il dover trovare il modo di soddisfare queste richieste e offrire soluzioni che rispettino il momento della morte.

In questi due anni abbiamo parlato abbondantemente di come il mondo digitale sia entrato sempre più a far parte di questo particolare momento della vita. Abbiamo analizzato diversi aspetti e abbiamo visto diverse novità sul mondo dei funerali e, al contempo, abbiamo visto l’evoluzione dei servizi funebri lungo questa direttiva. Le cose dette e fatte sono tantissime; per questo abbiamo deciso di riordinarle, fare una sintesi e cercare di capire quali di queste soluzioni adottate in questi anni rimarranno in futuro e quali saranno accantonate.

Lo streaming

Annullare le distanze, questa era il problema più importante da risolvere. In questi anni, soprattutto nella prima fase della pandemia, c’è stato un importante aumento della mortalità. Questo voleva dire, purtroppo, dover dare l’ultimo saluto a parenti e amici che ci lasciavano prematuramente; purtroppo le regole di contenimento del covid vietavano la partecipazione alle esequie, se non ai parenti più prossimi. Per questo motivo, gli impresari di pompe funebri, hanno iniziato a offrire il servizio streaming, cioè la possibilità di seguire il rito tramite un servizio web, senza doversi muovere da casa.

Il web e i social al servizio dei vivi

La comunicazione è importante, noi delle Onoranze Funebri Emidio e Alfredo De Florentiis lo sappiamo bene. Infatti, anche se era già una prassi consolidata per molti, l’usare il mondo del web e dei social per comunicare delle dipartite, è diventata la norma. Questo non vuol dire sostituire i necrologi nelle bacheche o sulle pagine dei giornali, ma ampliare il pubblico che si vuole raggiungere. Il mondo web, però, non serve solo per questo tipo di comunicazioni, ma ci permette di mostrare diversi aspetti del nostro lavoro, le novità del settore e tutte le nuove soluzioni e possibilità per accompagnare il nostro caro nell’ultimo viaggio.

Funerale 2.0

L’uso prolungato, e forzato, del web in tempo di lockdown ci ha abituato sempre più a cercare e fruire di diversi servizi online, compresi quelli delle onoranze funebri. Infatti la tendenza di acquistare o chiedere informazioni e preventivi, su questa categoria di servizi, è in costante aumento, anche se con differenze sostanziali tra le varie città. I servizi per i quali si richiedono informazioni sono i più vari, dal semplice preventivo per un funerale, al costo della cremazione, alla gestione dei documenti, alla tumulazione e ai costi dei servizi cimiteriali. Questa nuova tendenza ha obbligato le agenzie funebri a tenersi costantemente informate su qualunque novità o normativa che riguarda l’intero comparto funebre, ed offrire un servizio puntuale e preciso anche sui canali online.

Nuove tecnologie per il ricordo

Il ricordo di un nostro caro scomparso è una delle armi più potenti a nostra disposizione per elaborare il lutto. Sino a qualche tempo fa il luogo del ricordo per eccellenza era il cimitero, il luogo di sepoltura. Oggi, grazie anche alle nuove possibilità del settore funebre, abbiamo altre possibilità per onorare la memoria del nostro caro: possiamo decidere di tenere le ceneri a casa o disperderle in un posto di valore simbolico, possiamo sfruttare i social o il web per tramandare la memoria e gli insegnamenti della persona scomparsa, possiamo decidere anche solo di incidere una frase significativa sulla sua lapide o, fenomeno molto recente, farla dotare di un codice qr, e collegarlo a un qualcosa che identifichi il sepolto, come la sua voce, un video, un racconto, delle foto significative.

Il cambiamento della società è sotto gli occhi di tutti noi. Abbiamo assistito a tante nuove dinamiche che hanno portato a mutare certi nostri comportamenti. Vero, il nostro rapporto con la morte è sempre irrazionale e complicato, è nella nostra natura e difficilmente potrà cambiare. Ma, grazie, anche, alle nuove tecnologie e a una nuova visione della società, siamo più aperti alle novità e a cercare alternative alla classica tumulazione cimiteriale. Questa ricerca di personalizzazione e unicità porta, conseguentemente, un aumento dell’offerta da parte degli impresari funebri. Ormai essere online e facilmente raggiungibili da tutti è fondamentale, ma anche offrire un’offerta elegante, seria e ricercata dei servizi si rivelerà indispensabile. 

Noi delle Onoranze Funebri Emidio e Alfredo De Florentiis abbiamo sposato questa linea e questo modo di gestione dinamico e moderno già da tempo e, sempre con la massima professionalità, siamo in grado di offrire una gamma di servizi funebri, dai più classici a quelli più personalizzati, con l’eleganza e la sobrietà che contraddistinguono da sempre il momento del lutto. 

Esistere per sempre

Forse è la domanda più grande che l’umanità si pone da sempre: c’è vita dopo la morte?

L’umanità, da quando ha la facoltà di farlo, ha sempre riflettuto sulla morte, praticando rituali e sviluppando teorie sull’aldilà, cercando di assicurarsi un posto migliore per il dopo. 

Molte persone credono nell’esistenza di una vita dopo la morte e molte religioni professano che esista un “luogo” di vita eterna a seconda della condotta sulla terra del singolo. 

Anche altre religioni come l´Ebraica, l´Induista, la Musulmana, credono nell’esistenza di un’anima immortale, mentre quella Buddista sostiene che dopo molte reincarnazioni l’energia mentale di un essere umano possa raggiungere uno stato di beatitudine, il Nirvana. La morte, dunque, può essere vista come un passaggio durante il ciclo delle vite.

Abbiamo già parlato di quello che accade dopo la morte, di come il nostro corpo torna cenere e di quello che accade alla nostra anima secondo le diverse credenze religiose. Oggi, anche a causa della pandemia, e di nuovi modi di “vivere” il momento della dipartita di un nostro caro, abbiamo scoperto che esistono diverse forme di tumulazione, da quelle più affascinanti e particolari, a quelle più funzionali, come la cremazione. Tutto questo naturalmente non sostituisce il nostro modo di celebrare il defunto, attraverso la sepoltura tradizionale, ma ci apre nuove possibilità di far vivere la memoria del nostro caro nel tempo.

Infatti, per quanto siano luoghi curati e sereni, non tutti adorano recarsi nei cimiteri a trovare il proprio caro e, anche grazie alle nuove idee di tumulazione, oggi si può scegliere tra diverse alternative, come ad esempio la già citata cremazione. In italia, al momento, questa è l’unica alternativa alla sepoltura tradizionale, ma che permette di rendere unico il momento dell’addio; infatti possiamo scegliere se conservare l’urna presso la nostra abitazione, in modo che la memoria del nostro caro riviva ogni giorno, oppure disperdere le ceneri, dando a un posto un nuovo e profondo significato. 

Ed è in quest’ottica che stanno iniziando a nascere dei progetti molto interessanti per poter celebrare il nostro caro che non c’è più e preservarne la memoria per sempre. 

Abbiamo già parlato della sepoltura silvestre, che prevede l’essere tumulati in un bosco, ma abbiamo anche visto come queste sepolture in Italia non siano permesse. Un progetto molto curioso e interessante è quello proposto da Diventare Alberi, una start-up ambientale e socioculturale che ha come obiettivo quello di sviluppare piantagioni dove poter disperdere le ceneri dei propri cari e/o animali domestici. 

Non sappiamo come si evolverà il nostro settore, non possiamo sapere se questi metodi alternativi di sepoltura avranno successo o meno, ma in un mondo sempre più pluralista, con persone con sensibilità diverse, non dobbiamo stupirci se i luoghi del ricordo muteranno negli anni. E non dobbiamo nemmeno stupirci se i cimiteri verranno affiancati da questi luoghi, l’importante è rendere omaggio e preservare il ricordo del nostro caro nel modo migliore e nel rispetto delle sue volontà.  

Lo vogliamo ricordare un altra volta, noi delle Onoranze funebri Emidio e Alfredo De Florentiis, siamo già attrezzati per aiutare le persone che si rivolgono a noi a realizzare qualunque desiderio (naturalmente rispettando tutte le disposizioni di legge) per la sepoltura del proprio caro, da quelle più tradizionali, a quelle più particolari, come ad esempio la dispersione delle ceneri in mare o montagna.

Il mondo muta, la consapevolezza delle persone muta e mutano anche le esigenze di onorare e ricordare i nostri cari dopo la loro dipartita. Noi, impresari funebri, abbiamo l’obbligo di trovare il modo per essere sempre al passo con i tempi e le esigenze future, offrendo il meglio per rendere meno pesante il triste momento della morte, e poter offrire la possibilità di esistere per sempre.

Il ricordo positivo per affrontare il lutto

La morte è un momento difficile per tutti noi, costituito da varie situazioni che generano diverse e forti emozioni. In quel momento tutto diventa frenetico, nonostante ci sembri che il mondo si stia fermando. Ma cosa rimane dopo del nostro caro defunto? Quale è il ricordo e l’eredità che ci lasciano le persone che non ci sono più? E noi, come possiamo onorare la memoria di queste persone?  

Già, la morte ci lascia sempre molti interrogativi, che perdurano, anche quando il nostro caro è ormai scomparso da tempo. Sappiamo che tra le fasi dell’elaborazione del lutto l’ultima è quella del ricordo e, in alcuni casi, è anche la più difficile da affrontare: infatti questa può avere una duplice valenza, quella positiva e quella negativa. 

Per alcuni rimanere legati a chi non c’è più è sinonimo di una mancanza di accettazione della nuova situazione, di un legame quasi morboso col defunto.  

Ma, non c’è solo l’aspetto negativo, anzi, in molti casi possiamo individuare anche degli aspetti positivi legati al ricordo. Molti credono che il ricordo generi sofferenza, ma quella sofferenza era già presente in noi, non è qualcosa che il ricordo può generare all’improvviso. Nessuno può dimenticare la perdita di una figura importante, come un genitore o un affetto stretto, e questo ricordo si ripropone soprattutto nelle feste e nelle ricorrenze. E lo stesso vale per tutti i giorni dell’anno, nessuno dimentica nulla.

Il modo migliore è cercare di vivere questa sofferenza nella maniera più dolce possibile e portare dentro, e fuori, di noi solo i ricordi positivi, in modo da vivere meglio queste situazioni, e permetterci di fare pace col nostro passato, riuscendo ad accettare e a dare un senso alla nostra perdita. I ricordi gioiosi, gli insegnamenti di vita, le esperienze condivise che ci hanno permesso di crescere, saranno la nostra arma in più per rendere il tutto meno doloroso, e al contempo onorare il nostro caro. 

In questa fase diventa importante che anche chi sta per andarsene lasci qualcosa per chi rimane. Infatti, in quei momenti, si pensa di non aver fatto abbastanza per i nostri cari che rimarranno. Per questo, lasciare un ricordo tangibile, come un video o una lettera con dei consigli su come affrontare diverse situazioni della vita, o un’eredità storica e morale, rappresenterà un piccolo ultimo regalo per chi si è amato in vita. Tutto questo, per quanto possa sembrare doloroso, aiuterà chi rimane e chi sta andando via, a donare e conservare un ricordo che possa sostenere nel tempo e nella vita. 

Elaborare il lutto è sempre un percorso difficile e pieno di ostacoli, oltre che molto triste. Questa visione positiva che noi delle Onoranze Funebri Emidio e Alfredo De Florentiis vi abbiamo descritto, questa consapevolezza di poter lasciare anche un’eredità morale e storica ai nostri cari, il sapere di non essere dimenticato dopo la morte, e l’essere consapevoli che la fase del ricordo può essere vissuta anche in toni positivi, e non solo tristi, sicuramente sarà uno strumento in più per poter affrontare più serenamente questi momenti.

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