Movie time: come ci vede il cinema

 

Il nostro lavoro non è affascinante: in fin dei conti lavoriamo con la morte, a contatto con la tristezza delle persone, svolgiamo un’attività burocratica e a tratti complicata.

Sappiamo di essere importanti nella società, sappiamo che i servizi che offriamo sono indispensabili per tanti aspetti.

Lavoriamo spesso nell’ombra, dobbiamo essere discreti e quasi invisibili: il nostro compito è soddisfare le esigenze dei cari del defunto per potergli offrire una sepoltura con tutti gli onori possibili e, al contempo, non dargli ulteriori preoccupazioni. 

Per questo non abbiamo mai pensato che il nostro lavoro potesse essere celebrato nei film.

Invece nella cinematografia ci sono tantissimi film e serie che parlano del nostro lavoro, che hanno come protagonisti becchini, parlandone a volte in chiave irriverente, ironica o drammatica.

Vi abbiamo già fatto conoscere la serie “six feet under” in un altro nostro articolo, e oggi vi presentiamo qualche altro film.

 

BERNIE (Richard Linklater, 2011)

Carthage, Texas. L’assistente alle pompe funebri Bernie Tiede è uno dei cittadini più apprezzati dalla comunità: sensibile nei confronti della solitudine delle numerose vedove del paese, impegnato nelle attività artistiche locali, conquista persino Marjorie Nugent, la donna più ricca e bisbetica di Carthage. I due si sposano ma la convivenza è un inferno e un giorno Bernie spara a Marjorie, uccidendola sul colpo.

Per comprendere Bernie Tiede e provare ad approcciare un film singolare come quello a lui dedicato da Richard Linklater, occorre provare a capire la contraddittoria natura del regista e del suo Texas. Una terra dove il comico e il tragico si mescolano per assumere aspetti inconsueti. Linklater lo rende evidente sin dal prologo: un gospel solenne cantato con il sorriso sulle labbra, una spiegazione su come truccare i morti per evitare, appunto, che il tragico diventi comico.

AFTER LIFE (Agnieszka Wojtowicz-Vosloo, 2009)

Eliot Deacon è un impresario di pompe funebri efficientissimo nel suo lavoro. Anna Taylor, invece, un’insegnante che da tempo non riesce più a dialogare con il fidanzato Paul.

Dopo una lite furiosa tra i due, la giovane donna si sveglia sul lettino dell’agenzia funebre di Eliot, intento a preparare il suo corpo per il funerale.

Col dono di parlare ai morti non ancora giunti oltre la soglia, l’uomo le spiega che è stata portata lì in seguito ad un incidente automobilistico in cui ha perso la vita: benché si senta viva, infatti, quella che sta attraversando è solo una fase di transizione verso l’aldilà. Intanto Paul nutre qualche dubbio su una morte di cui si sente diretto responsabile.

BARA CON VISTA (Nick Hurran, 2002)

In un piccolo e pittoresco paese del Galles, Betty vive una vita agiata ma noiosa, sposata da anni al consigliere comunale Hugh. La vita di Betty cambia quando nella sua vita entrano il serio Boris e il piccolo Willie. Willie è un bambino amante del giardinaggio che è andato ad abitare dal nonno (vicino di Betty), avendo perso i genitori. Boris, invece, è l’impresario di pompe funebri del paese ed è un uomo molto romantico, nonché un amante del ballo da sala, proprio come Betty. Ultimamente però l’uomo deve fare i conti con la bizzarra concorrenza di Frank Featherbed e del suo aiutante Derbert, che cercano in tutti i modi di accaparrarsi clienti con trovate pubblicitarie e “funerali a tema” decisamente folli, ma che il prete del paese officia senza battere ciglio. 

Secondo noi, delle Onoranze Funebri Emidio e Alfredo De Florentiis, questi sono i titoli che meglio rappresentano alcuni degli aspetti del nostro lavoro. Naturalmente lo rappresentano a volte in maniera grottesca e irriverente, a volte in maniera divertente, ma comunque ne parlano.

Certo, la nostra professione è estremamente più articolata di come viene rappresentata, molto meno cinematografica, ma fa sempre piacere essere ispirazione di trame e storie.

Onoranze funebri in Tv: tante le serie televisive!

Qualcuno disse: “The show must go on”.

Lo spettacolo deve andare avanti. È una frase che si sente spesso in televisione quando, in diretta o meno, accade qualcosa di grave ma… bisogna andare avanti.

Non solo in tv, è necessario andare avanti sempre e comunque nella vita, soprattutto davanti alle avversità e ai momenti difficili come può essere la perdita di un caro.

La morte e i media: rapporto complesso, delicato. Quando i telegiornali ci portano a conoscenza di eventi di cronaca nera, per la stampa non è mai facile parlare di defunti; sono troppi infatti i fattori in gioco, in primis il rispetto per la salma e per i familiari.

La morte in tv quindi non è una novità, siamo purtroppo abituati a sentir parlare di stragi, incidenti, omicidi etc… ma c’è un aspetto (forse) nuovo e non molto conosciuto: le serie televisive basate sulle Onoranze funebri.

Cioè… in televisione si parla del nostro lavoro!

Sapevate di tutto ciò? Oggi affrontiamo questo argomento particolare, scegliendo quindi un tema più leggero rispetto ad altri quali la Tanatoestica:

“colui o colei (sono molte le donne che si specializzano in questo particolare campo) che si prende cura della salma prima che venga esposta per l’ultimo saluto cercando di conferirle un aspetto più naturale possibile, simile a quello che aveva in vita. Un risultato che viene ottenuto attraverso specifici trattamenti cosmetici e, quanto si rende necessario, con avanzate tecniche ricostruttive.”

O come il fenomeno del Killfie:

“selfie che uccidono; quando cioè per vivere un momento si mette a rischio la propria vita. Una pratica fin troppo (ab)usata dai giovani visto che la fascia d’età più colpita è quella compresa tra i 20 e i 29 anni.”

Oggi no! Siamo più leggeri e vediamo come il nostro lavoro viene portato in Tv; sapete che siamo anche noi un po’ curiosi?

Six Feet Under pare che sia una delle serie Tv più conosciute e che ha appassionato milioni di fan!

È la storia di una famiglia e dei funerali che organizza; nel dettaglio la trama racconta la storia di Nate Fisher che in seguito alla morte del padre decide di diventare socio dell’impresa familiare che ha lasciato il defunto padre.

Scene di vita quotidiana familiare che, ovviamente, ruota intorno all’impresa funebre. In molti episodi, inoltre, si assiste a delle scene inverosimili, come il dialogo tra uno dei personaggi e la persona morta.

Non è qualcosa di nuovo, attenzione: la serie ha oltre 15 anni di vita e, come riporta Wired, ha ricevuto anche importanti riconoscimenti:

“Premiato con nove Emmy e tre Golden Globes e inserito da Time tra i cento migliori telefilm di tutti i tempi. regala un’esperienza da vivere o rivivere prima di finire sei piedi sottoterra come gli sfortunati clienti della Fisher & Sons.”

A quanto pare il mercato televisivo dedicato al nostro lavoro piace e non solo in America!

Anche in Italia c’è un programma, in realtà un reality sul mestiere dei becchini; è ambientata a Napoli e si chiama Morti e stramuorti, in cui anche l’ironia la fa da padrona.

La trama: la famiglia Dell’Anno, titolare da 5 generazioni di un’agenzia di pompe funebri, e i loro collaboratori, sono i protagonisti di otto puntate in cui mostrano il proprio lavoro e l’approccio napoletano all’ultimo viaggio.

Insomma, una storia vera di una famiglia che fa questo lavoro da generazione, proprio come la nostra!

Essere becchini…

Beh, non poteva mancare un programma televisivo che portasse questo nome; infatti esiste e si chiama appunto Il Becchino, serie televisiva svizzera tedesca creata da Hartmut Block, le cui ultime puntate sono andate in onda solo pochi giorni fa!

Si parla di un ex poliziotto, Luc Conrad, che rileva l’impresa familiare di pompe funebri e inizia a fare il becchino. Nonostante il nuovo lavoro continua ad investigare quando sospetta che i cadaveri non siano morti di morte naturale.

E come poteva mancare la piattaforma per eccellenza della Serie Tv?

Netflix infatti presenta Pompe Funebri in cui gli impresari maori Francis e Kaiora Tipene e i loro dipendenti usano umorismo, attenzione e rispetto per aiutare le famiglie ad affrontare un lutto.

Esempi che dimostrano come il nostro lavoro può essere anche condito da ironia e qualche risata; la cosa più importante per noi è il rispetto per il defunto e l’affetto verso familiari ed amici costretti a non salutare, parlare e condividere più le giornate con i propri cari.

Con questo articolo di oggi abbiamo provato a farvi incuriosire su aspetti un po’ più leggeri, speriamo di esserci riusciti e magari siete pronti ad avvicinarvi al nostro lavoro leggendo anche gli atri (presenti e futuri) articoli del blog!

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