Il Triduo Pasquale e i Funerali

Il triduo pasquale è il tempo centrale dell’anno liturgico dove si celebrano gli eventi del Mistero pasquale di Gesù Cristo, ossia l’istituzione dell’eucaristia, del sacerdozio ministeriale e del comandamento dell’amore fraterno, la passione, la morte e la resurrezione. Il triduo pasquale ha la durata equivalente a tre giorni liturgici, ma non corrisponde esattamente a tre giorni civili, ma a quattro:

  • la sera del giovedì santo
  • il venerdì della passione, detto comunemente venerdì santo
  • il sabato santo
  • la domenica di Pasqua

La ragione per cui questo tempo liturgico venne chiamato Triduo risiede, però, nel diverso computo del giorno come effettuato dai cristiani dei primi secoli in continuazione della tradizione biblica per la quale il giorno veniva computato non dalla mezzanotte alla mezzanotte successiva ma dal calar del sole al successivo calar del sole, ossia dal momento vespertino al successivo momento vespertino: in quest’ottica il triduo corrispondeva esattamente a tre giorni anche se la durata dello stesso era identica sia complessivamente sia nei termini di inizio e fine con quella del triduo attuale per cui, essendo stata la durata del triduo sempre la stessa, è cambiato solo il modo di computare l’inizio e la fine del giorno, e tale cambio di computo ha fatto sì che il triduo un tempo corrispondesse a tre giorni mentre ora si dispiega in quattro giorni. 

Nel Triduo pasquale sono proibite tutte le Messe dei defunti, comprese le esequiali: la proibizione si estende anche all’intera giornata del giovedì Santo. I funerali si celebrano secondo il rito delle esequie senza la messa, senza solennità e in orario separato dalle azioni liturgiche proprie di questi giorni.

In particolare, un documento intitolato “Ordinamento generale del messale romano” spiega che “le messe rituali sono collegate con la celebrazione di alcuni Sacramenti o Sacramentali. Sono proibite nelle domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua, nelle solennità, nei giorni fra l’ottava di Pasqua, nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nel Mercoledì delle Ceneri e nelle ferie della Settimana santa; si devono inoltre osservare le norme indicate nei libri rituali o nei formulari delle Messe stesse.”

Può quindi avvenire, come accade regolarmente, che la celebrazione delle esequie in chiesa non si svolga all’interno di una messa. In questo caso, rinviata la messa al giorno ritenuto più opportuno, è comunque d’obbligo tenere la liturgia della parola, cioè le letture pubbliche di brani del Vangelo e dei salmi. In più, non solo è possibile, ma anche obbligatorio, tenere un rito chiamato “ultima raccomandazione e commiato” che prevede una serie di preghiere di suffragio per l’anima del defunto: questo perché la parola di Dio proclama il mistero della Resurrezione e richiama la speranza della vita eterna.

Le esequie senza la messa possono essere celebrate dal diacono. In alcuni casi, che devono essere approvati dal Vaticano, possono essere anche celebrate da un laico. In ogni caso, spetta alle singole diocesi impartire disposizioni di dettaglio secondo gli usi locali.

Purtroppo il diritto canonico è molto severo sulle celebrazioni che sono possibili nel periodo pasquale. Ricordiamo anche che è vietato celebrare matrimoni durante il periodo quaresimale. Non ci sono molte alternative, anche se si provano a contattare tutti i parroci del mondo non si riuscirà a risolvere la situazione e, a meno che non si proceda con una sepoltura senza rito o a un funerale laico, l’unica possibilità è aspettare la fine del triduo pasquale. In questa situazione è molto importante il ruolo e la disponibilità dell’agenzia funebre alla quale ci si affida. Infatti, come sappiamo, la salma deve essere trattata con rispetto e conservata i giorni che la separano dall’ultimo saluto. Compito dell’agenzia è quello di trovare la soluzione migliore per la famiglia del defunto, in modo che non abbiano sulle spalle anche questo fardello. 

Nessuno può controllare la morte, questa ci prende sempre di sorpresa e il desiderio di tutti è celebrare il nostro caro nel migliore dei modi e rendergli onore nel minore tempo possibile. Il nostro compito come agenzia è aiutare la famiglia del defunto anche in questi particolari periodi dell’anno, con tutta l’attenzione e la serietà necessaria. 

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Il funerale laico

La scomparsa di un caro è sempre un momento triste nella vita di ogni persona. Una cosa che accomuna tutti è la ricerca del miglior modo per salutarli l’ultima volta. Tutti noi conosciamo i riti funebri religiosi, e ci sembra ormai una prassi consolidata che qualunque defunto abbia questo rito. E anche i luoghi sono sempre legati all’aspetto religioso, dal posto nel quale si svolge il rito funebre, al cimitero comunque ricco di simbolismo religioso.

Tutti noi conosciamo il rito del matrimonio civile, ci siamo abituati e sappiamo come si svolge. Come per il matrimonio esiste anche il funerale civile o laico. In questo articolo parleremo di questo rito sempre più richiesto, anche attraverso le voci della celebrante laica Alessandra Rizzi e del responsabile della formazione dei celebranti laici, nonché coordinatore della sezione UAAR di Pordenone Loris Tissino.

Cosa si intende per funerale laico?

Ritolaico.com lo descrive come un’occasione per dare il commiato a una persona cara, senza riferimento alle religioni. Durante un funerale laico si celebrano la vita e gli affetti del dipartito e non si usano preghiere né riti religiosi.

Anche se non si crede in alcuna religione è importante dare un ultimo saluto ai nostri cari, è un momento sociale importante, dove parenti e amici possono condividere tra loro ricordi, aneddoti, storie e farsi forza in un momento triste e segnante. Il funerale, lo sappiamo, serve a chi resta, e l’elaborazione del lutto passa anche attraverso questo momento di cordoglio.

Dove si svolge un funerale laico?

Per celebrare un rito laico non ci vogliono permessi o requisiti particolari, perciò il rito si può celebrare ovunque. La legge stabilisce che ogni comune deve mettere a disposizione una “sala del commiato”. Molti comuni hanno creato una sala apposita per questa funzione, ma dove non fosse così le altre opzioni sono l’abitazione privata, un luogo caro al defunto o di particolare simbolismo, come nel caso della camera ardente di Dario Fo al teatro Piccolo di Milano, e, in alcuni casi, in presenza di parroci particolarmente sensibili, anche qualche chiesa o luogo consacrato. Come dice Loris Tissino della UAAR:

abbiamo condotto un’analisi in molti comuni cercando di capire se si fossero dotati di una sala apposita per questo tipo di funzioni. Ci sono sempre più comuni che si stanno adoperando in questa direzione, anche se a volte la resistenza culturale è ancora molto forte. Ma visto la costante richiesta di questo tipo di cerimonie confidiamo che sempre più comuni possano offrire questi spazi”.

Chi celebra un funerale laico?

A differenza dei matrimoni civili, un rito funebre laico può essere celebrato da chiunque senza bisogno di permessi o nullaosta, perciò può essere celebrato da un amico o un familiare. Esistono anche dei celebranti che hanno seguito una determinata formazione. Questi ultimi sono riuniti in un progetto supportato dalla UAAR dal nome “cerimonie uniche” (cerimonieuniche.it) e operano da circa una decina d’anni sull’intero territorio nazionale. Alessandra Rizzi, counselor e cerimoniere funebre, nonché coautrice del libro “Ritualità del silenzio. Guida per il cerimoniere funebre” (2018, Nuova Dimensione) fa parte di questa rete e ci ha spiegato che:

“è importante sottolineare che la cerimonia laico-umanista non significa atea, ma si tratta di una cerimonia personalizzata, poiché viene svolta nel rispetto delle volontà e delle scelte del defunto. Il compito del celebrante è anche quello di coordinare i vari passaggi della cerimonia, dalla chiusura del feretro alla tumulazione o alla dispersione delle ceneri. Tutti i celebranti accreditati sono formati da docenti nazionali e internazionali e sono in grado di offrire un aiuto empatico e professionale in un momento così difficile”.

Come si svolge la cerimonia funebre?

La cerimonia laica non ha nessun tipo di schema standard. Può essere totalmente personalizzata a patto che rispetti le volontà del defunto ma anche dei suoi cari che vogliono salutarlo. Quei momenti sono frenetici e molte volte un aiuto esterno è necessario. Il primo aiuto che si riceve è quello dell’impresario funebre, che si prende cura del feretro e si occupa anche della parte burocratica. Conosciamo tutti il rito religioso e la sua formula solenne fatta di preghiere e benedizioni. Le cerimonie laiche, come ci dice sempre Alessandra Rizzi devono essere uniche, personalizzate anche da musiche, racconti, epitaffi, poesie e tutto ciò che possa rendere onore al ricordo del defunto.

In un’intervista su oltremagazine.it la celebrante Liana Moca la descrive cosi:

“La cerimonia funebre laica è totalmente personalizzata, nessun testo preconfezionato: questa è la difficoltà maggiore che incontra il celebrante. Si tratta di un rito inclusivo, a priori non si escludono preghiere o momenti spirituali se questo è rispettoso della persona che è mancata. È prassi comune dedicare qualche minuto di silenzio o di raccolta in cui si invita, chi vuole, a recitare una preghiera in silenzio. Durante la cerimonia vengono in genere coinvolte altre persone. Può essere un amico, un parente o un collega che vuole contribuire al racconto della vita del defunto. A volte più semplicemente si può scegliere di leggere una poesia o un brano che amava particolarmente. Il celebrante deve essere sempre pronto ad intervenire, perché le persone coinvolte possono essere sopraffatte dall’emozione e non riuscire ad andare avanti. Il suo compito, in questi casi, sarà quello di rassicurarle e aiutarle a proseguire”.

Dove vengono seppellite le salme?

La sepoltura è disciplinata dalla legge. Tutte le salme hanno diritto a una degna sepoltura e i cimiteri sono il luogo preposto per questo. I cimiteri non sono un’esclusiva di nessun credo religioso e chiunque ha diritto a un posto. Un’altra possibilità in caso di cremazione è quella di chiedere di disperdere le ceneri in un luogo di particolare valenza per il defunto (per questa eventualità bisogna consultare i regolamenti del comune di appartenenza), si possono usare luoghi privati o, si può scegliere la sepoltura silvestre, cioè la tumulazione delle ceneri in aree boschive destinate appositamente a questo scopo (www.boschivivi.it).

La storia ci insegna che l’uomo ha sempre voluto rendere omaggio nel migliore dei modi ai suoi morti. Purtroppo, la società sempre più frenetica di oggi ha portato a una standardizzazione anche in queste occasioni. Per questo è importante offrire un insieme di servizi che possano rendere onore nel migliore dei modi al ricordo dei nostri defunti, dal trasporto alla tumulazione, passando per la cerimonia di saluto. La nostra esperienza e professionalità ci permettono di offrire servizi sempre più personalizzati e particolari in modo da aiutare a rispettare le ultime volontà dei vostri cari.

Il nostro lavoro è soddisfare tutte le richieste in un momento difficile e intenso come la morte e offrire il miglior servizio in questo particolare momento.

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