Sepolture green nel mondo: quando la natura incontra il commiato

Negli ultimi anni si è parlato sempre più spesso di sostenibilità, anche in ambiti dove, fino a poco tempo fa, sembrava impossibile applicarla. Uno di questi è il settore funebre. Infatti, se è vero che esistono alternative ecologiche alla sepoltura tradizionale, è altrettanto vero che anche la tumulazione può essere reinterpretata in chiave green. E nel mondo, molte realtà si stanno muovendo in questa direzione con idee tanto innovative quanto profondamente simboliche.

In questo articolo vogliamo raccontare alcune delle soluzioni più particolari, curiose e sostenibili che si stanno sperimentando o già applicando in diversi Paesi, dove la morte si unisce alla natura, restituendo vita sotto nuove forme.

Da corpo a barriera corallina: l’eco-commiato che rigenera gli oceani

Una delle proposte più poetiche arriva dagli Stati Uniti, dove alcune aziende, come Eternal Reef, hanno sviluppato un sistema per trasformare le ceneri del defunto in strutture simili a rocce, poi immerse nei fondali marini per diventare parte di barriere coralline artificiali. Queste strutture, realizzate in materiali ecocompatibili e misti alle ceneri della cremazione, sono progettate per ospitare nuova vita marina, diventando casa per pesci, alghe e coralli. È un modo unico e suggestivo per continuare a esistere, restituendo qualcosa al pianeta in modo tangibile.

Il compost umano in Svizzera (e non solo)

Un’altra idea che sta prendendo piede, soprattutto nei paesi nordici, ma recentemente anche in Svizzera e negli Usa col progetto Recompose, è quella della trasformazione del corpo in compost, attraverso un processo accelerato di decomposizione naturale.

Questo sistema, chiamato Human Composting o Natural Organic Reduction, prevede l’uso di materiali naturali come trucioli di legno, paglia e erba, in ambienti controllati, dove il corpo si trasforma in suolo fertile nell’arco di 30-45 giorni. Il risultato? Una terra ricca e rigenerativa, che può essere usata per piantare alberi o nutrire il verde. È un approccio che rompe molti tabù, ma che trova sempre più sostenitori, soprattutto tra chi desidera lasciare un’impronta lieve, silenziosa e utile.

Bare biodegradabili e funghi mangia-corpo

In Olanda, uno dei Paesi più attivi sul fronte della sostenibilità funebre, è stato brevettato un Living Cocoon, una bara realizzata in micelio, ovvero la parte sotterranea dei funghi. Questo materiale, completamente biodegradabile, accelera il processo di decomposizione del corpo e purifica il terreno in cui avviene la tumulazione. In altre parole aiuta la natura a fare il suo corso, ma in modo più veloce e sano, riducendo l’impatto ambientale dei materiali comunemente utilizzati nelle bare tradizionali.

Accanto al micelio, si stanno sperimentando anche tessuti vegetali, carta riciclata e legni non trattati, tutti pensati per restituire il corpo alla terra senza inquinanti.

Lapidi digitali e memoriali viventi

Anche la memoria può essere green. Alcuni cimiteri del Nord Europa hanno introdotto lapidi digitali o eco-lapidi, piccole targhe con QR code che rimandano a un memoriale virtuale, riducendo così l’impatto della pietra lavorata. In altri contesti, invece, si preferisce piantare un albero al posto della lapide, segnando il luogo con un simbolo discreto. Nascono così veri e propri boschi della memoria, dove ogni albero rappresenta una vita, e ogni visita è anche un’esperienza immersiva nella natura.

5 idee green (e digitali) per il futuro delle sepolture

Il settore funebre sta sperimentando, con sempre maggiore creatività, soluzioni sostenibili che coniugano tecnologia, rispetto e ambiente. Ecco alcune delle idee che potremmo vedere diffondersi nei prossimi anni:

  • Memoriali virtuali interattivi: piattaforme digitali dove amici e familiari possono lasciare messaggi, foto, video e ricordi, accessibili tramite QR code o app dedicata.
  • Urne intelligenti biodegradabili: progettate per contenere semi o nutrienti che, una volta piantati, danno vita a piante o alberi commemorativi.
  • Tumulazioni a emissioni zero: grazie a nuovi processi energetici e materiali a impatto ambientale nullo.
  • Tracciamento GPS del luogo di sepoltura naturale: per chi sceglie una tomba verde o una foresta della memoria, con coordinate riservate alla famiglia.
  • Eco-cimiteri digitalizzati: gestiti con software che ottimizzano spazi, consumi e manutenzioni, riducendo sprechi e migliorando la fruibilità del luogo.

Sono soluzioni che aprono una nuova visione del lutto e della memoria, più ecologica, più consapevole, più vicina alla natura, ma forse stridono un po’ con la tradizione a cui siamo abituati.

Una riflessione culturale: la morte come ritorno alla terra

Queste soluzioni, per quanto possano sembrarci insolite, rispondono a un’esigenza profonda, cioè riconnettere la morte alla vita, e il corpo umano al ciclo naturale. In molte culture tradizionali, e oggi anche in quelle moderne e occidentali, la morte non è vista come una fine assoluta, ma come una trasformazione. Tornare alla terra, nutrire un albero, far parte del mare sono tutte immagini che ci parlano di continuità, di cura del pianeta, di eredità non solo affettiva ma anche ambientale.

Il mondo sta cambiando, e anche il settore funebre lo fa, passo dopo passo, e noi delle Onoranze funebri Emidio e Alfredo de Florentiis lo sappiamo bene. Le sepolture green sono una risposta concreta a chi desidera salutare il mondo con rispetto, lasciando dietro di sé non solo un ricordo, ma anche un gesto positivo per il futuro, cercando di non stravolgere i riti. In un futuro prossimo, senza rinunciare al valore del commiato, sarà possibile scegliere soluzioni che conciliano spiritualità e sostenibilità, innovazione e memoria. E forse, proprio in questa delicatezza, si nasconde il significato più profondo dell’ultimo saluto, non interrompere il ciclo della vita, ma diventarne parte attiva.