Qualche giorno fa la nostra Giorgia De Florentiis è stata ospite dalla dottoressa Chiara Sorino, una psicologa che, durante una sua diretta Instagram, le ha dato l’opportunità di raccontare il nostro lavoro di impresari funebri, ma soprattutto cosa si cela dietro alla nostra professione. Sono stati affrontati diversi argomenti, partendo dalla psicologia e dall’analisi del lutto, cercando di spiegare come questo, in ambito psicologico, non riguardi solo la scomparsa di una persona, ma anche di un amore, di un lavoro o in generale di una situazione che arriva al suo termine, hanno parlato della nostra attività e di come la persona dietro l’impresario affronta la sua quotidianità, cercando di dare un punto di vista nuovo e sincero.
E oggi, in questo articolo un poco diverso dal solito, sarà proprio la nostra Giorgia de Florentiis, a raccontarti questa piccola chiacchierata tra donne.
Come già detto sono stata ospite dalla psicologa Chiara Sorino, e in questa chiacchierata in diretta sul suo canale Instagram abbiamo affrontato una molteplicità di argomenti, che in questo articolo proverò a riassumere. Sicuramente la prima cosa che a tutti viene in mente quando si parla di psicologia del lutto è il periodo che ci serve per elaborarlo, percorrendo tutte le 5 fasi (negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione), ma se guardiamo il lutto in senso più ampio, scopriamo che ci sono altre tipologie di questo fenomeno, e non sono sempre basate sulla perdita fisica di una persona a noi cara, ma possono riguardare la fine di una relazione, la conclusione di un lavoro o di un corso di studi che ci ha appassionato e trasportato totalmente. Ecco, pensa a qual è in quel momento il tuo stato d’animo, e ora pensa a chi con professionalità deve aiutare ad affrontare quel momento e, magari, come accade nel caso delle Onoranze funebri, condividere scelte e attimi di quotidianità.
Questa è la sfida più grande per noi, creare empatia e offrire la totale professionalità ai nostri clienti, cercando di mantenere la nostra eleganza e non far trasparire troppo coinvolgimento, anche se a volte è veramente difficile, soprattutto quando si tratta di morti violente o giovani. E, soprattutto nel caso della nostra famiglia, visto che l’impresa è composta anche da due donne, siamo riuscite a offrire un nuovo punto di vista, meno maschile, più delicato e meno distaccato. Il paradigma del “becchino” vestito in abito nero e cravatta lascia perciò spazio a una eleganza più delicata, a una nuova empatia e a una nuova fiducia che solo una donna che opera in questo ambiente può offrire.
E non sappiamo se chi si rivolge a noi, vedendo una figura femminile, pensi che potremmo essere più o meno coinvolte, ma sicuramente il nostro compito è rimanere più professionali possibile. Infatti, anche se si pensa che non c’è mai coinvolgimento, che siamo abituati, che vedendo queste situazioni giornalmente ci si faccia il callo, la realtà è ben diversa. Vero, il nostro è un lavoro complesso e di grande attenzione, ma non ci si abitua alla morte, non ci si abitua alle reazioni dei clienti che potrebbero vivere momenti difficili e di rabbia davanti a noi, non ci si abitua al dolore. Anche io, Giorgia, come tutti, ho paura della morte.
Vero, sono cresciuta tra le bare e le corone di fiori, tutta la mia famiglia, partendo dal nonno Alfredo, si occupa di Onoranze funebri, e questo porta a pensare che sappiamo ironizzare con la morte e la nostra figura, ma in realtà non è sempre così. Penso ai gesti scaramantici quando passa il carro funebre, gesti molto brutti ma che per fortuna vedo sempre meno, oppure penso a quando eravamo a scuola e a quei gesti di bullismo che sia io che mia sorella Federica abbiamo subito. Vero, niente di tremendo e che ora fanno sorridere, ma al tempo ne ho sofferto, perché a differenza di mia sorella non riuscivo a ironizzare. Io faccio fatica ad associare l’ironia alla morte.
La nostra vita è un poco diversa da quella di un qualunque altro lavoratore, non esistono ferie, permessi, giorni liberi. Il nostro ruolo ci impone di essere sempre presenti, aggiornati e preparati a ogni evenienza e a saper rispondere prontamente a ogni chiamata. Naturalmente dobbiamo rispettare le leggi, intervenire solo quando ci è consentito e essere veloci e precisi a compilare e sbrigare le pratiche burocratiche, che sono contemporanee all’organizzazione del funerale. Questa è la vita che noi delle Onoranze funebri Emidio e Alfredo de Florentiis viviamo nella quotidianità e siamo orgogliosi di aver potuto condividere la nostra quotidianità durante questa chiacchierata con la Dott.ssa Chiara Sorino, che è possibile rivedere QUI .