Superare il lutto: l’aiuto della psicologia per stare meglio

Quando si perde una persona siamo soliti essere presi da un senso di solitudine e di impotenza. La nostra vita può cambiare radicalmente e, insieme, cambiano anche le nostre abitudini di tutti i giorni. Una delle fasi più difficili che ci troviamo ad affrontare dopo una perdita è l’elaborazione del lutto

In psicologia con elaborazione del lutto s’intende:

 “tutto il processo di rielaborazione legato alla perdita di una persona cara. Questa fase può essere molto dolorosa ed è solitamente caratterizzata da sentimenti quali tristezza, rabbia, colpa o senso di vuoto”.

 Si tratta comunque di un processo fondamentale per evitare che questa situazione possa trasformarsi in lutto patologico e creare un trauma che si ripresenterà nel futuro, causando la comparsa di diversi disturbi. 

Abbiamo già visto quali sono le sei fasi che si affrontano durante questo processo e come queste siano da rispettare per uscire da quella sensazione di smarrimento. Ma come si affrontano queste fasi?

Nel 2003 Paolo Baiocchi, psicoterapeuta e direttore dell’istituto Gestalt di Trieste,  ha sviluppato una procedura in sei fasi per l’elaborazione della perdita. Non per dimenticare in fretta, ma per stare un po’ meglio. 

Le fasi della procedura possono essere eseguite da soli o con l’aiuto di uno psicoterapeuta, e secondo Paolo Baiocchi sono queste:

Rituale di separazione

L’autore invita prima di tutto a compiere delle azioni e dire delle frasi per comunicare con noi stessi e con la persona defunta, allo scopo di esprimere il senso di separazione. Ad esempio si può fare una visita alla tomba, oppure si può scrivere una lettera o semplicemente parlare ad alta voce in un luogo che ci fa pensare al nostro caro che non c’è più.
In questa fase è importante essere sinceri con noi stessi e allontanare le fantasie (che sono del tutto naturali e comprensibili) che ci fanno sognare che, in qualche modo, la perdita possa essere reversibile.
Si possono esprimere frasi di congedo come “Ti lascio andare” o “Mi separo da te per sempre”, o “Chiudo la nostra relazione” e così via.
Come certamente avrai letto o sentito dire, la prima fase dell’elaborazione del lutto è quella della
negazione. Può essere molto difficile e credo che esprimere questo saluto ad alta voce possa aiutare a vivere questo periodo in modo più dolce.

Espressione delle emozioni e chiusura di cose sospese

Il passo successivo è parlare di tutti quei momenti in cui abbiamo fatto soffrire l’altro o lui ci ha fatto soffrire. Lo scopo è liberarci dei pesi, di tutte le cose non dette, dei sensi di colpa e delle negatività, per poter proseguire nel percorso di elaborazione del lutto senza portarci dietro fardelli emotivi.
Alcuni input utili per questa fase sono frasi che cominciano con: “Mi dispiace molto per…” (aver fatto/non fatto o detto/non detto determinate cose) oppure “Ho sofferto quando tu…” o ancora “Non ti ho mai detto che…”

Ringraziamento all’altro

Dopo aver abbandonato tutti i ricordi negativi, si passa a ringraziare l’altro per i bei momenti passati insieme. Questo è il momento per celebrare il nostro rapporto, l’affetto reciproco, gli insegnamenti che quella persona ci ha donato, tutto ciò per cui, grazie a lui/lei ci sentiamo arricchiti. Per esempio si può iniziare il discorso con frasi come: “Sei stato molto importante per me perché…” oppure “Grazie perché…” o “Ricordo il momento in cui…” Per molti di noi infatti, quando una persona cara se ne va, il rimpianto principale è quello di non aver fatto in tempo a dire qualcosa . Di solito si tratta di frasi d’amore che non siamo riusciti a esprimere per timidezza o perché eravamo presi da mille piccoli altri problemi o non ci sembrava mai il momento giusto. Oppure volevamo scusarci per qualcosa o terminare un discorso in sospeso, e ci siamo accorti all’improvviso di non poterlo più fare perché quella persona ci ha lasciato. In questo modo possiamo dare voce a questo rimpianto e far uscire tutto quello che abbiamo dentro, per rendere il dolore un poco più leggero.

Scoperta del proprio tesoro interiore

La quarta fase è quella principale e più difficile. Secondo Baiocchi, quando amiamo vediamo il mondo in un modo diverso, più vivo, luminoso e colorato, una caratteristica che lui chiama “magia percettiva”. Inoltre abbiamo una forza interiore maggiore e siamo più propensi a correre rischi. Il passaggio cruciale è renderci conto che questa energia non è andata via. Spesso quando si affronta la perdita di una persona cara ci si sente svuotati e soli. Più fragili, come se la nostra forza dipendesse dalla vicinanza con il defunto. Si tratta di un’illusione, dice Baiocchi, perché in realtà abbiamo semplicemente proiettato all’esterno (sulla nostra relazione e sulla persona amata) qualità che sono nostre. Lo scopo di questa fase è quindi capire che il nostro caro ha soltanto facilitato questa speciale connessione con la nostra forza vitale, che appartiene a noi ed è ancora presente. Sarà utile, per valorizzare le nostre qualità e risorse interiori, ripensare a quei momenti in cui abbiamo sperimentato questa magia percettiva e chiederci: “Come vedevo me stesso/a? Come vedevo il mondo? Come vedevo la persona amata? Come vedevo gli altri? Cosa ero in grado di fare? Cosa sentivo possibile, quale progetto o sogno? Cosa in me, quale qualità o risorsa, rendeva possibile realizzare tale progetto o sogno?”

Uso individuale del proprio tesoro interiore

Il passaggio successivo è utilizzare le qualità che abbiamo scoperto di avere dentro di noi grazie al nostro caro, per evolvere e affrontare nuove sfide. Dobbiamo riflettere su quei comportamenti e attitudini per capire come portarli nella nostra vita attuale. Saranno una nuova bussola per orientarci, e aiutarci a prendere decisioni in autonomia. Le domande tipiche di questa fase sono per esempio:

“Come posso far vivere la qualità … nel mio quotidiano?” oppure “Quali scelte farei se usassi la qualità … oggi?” e così via.

Uso relazionale del tesoro interiore

Nell’ultima fase, dopo aver compreso come utilizzare i nostri doni per orientare la nostra vita, dobbiamo riflettere su come usarle per arricchire la nostra relazione con gli altri. Possiamo far dono di quelle stesse qualità alle persone a cui vogliamo bene, migliorando il nostro rapporto con loro. Chiedendoci per esempio: “Come posso far vivere la qualità … nella relazione con …?” (un figlio, un partner, un amico, ecc…) oppure “Che comportamento sceglierei con …. se usassi la qualità …?”

Questo passaggio conclusivo è molto interessante, perché rappresenta un modo per riavvicinarsi alle persone care, che magari abbiamo allontanato perché il dolore ci sembrava troppo forte. Spesso infatti quando viviamo un lutto ci sentiamo molto soli e, a volte, non riusciamo a comunicare, abbiamo paura di non essere capiti oppure di non riuscire a capire gli altri, che magari stanno soffrendo in un modo diverso dal nostro.   Sapere quindi di avere delle qualità personali, che proprio la persona che ci ha lasciato ci ha aiutato a scoprire e che possono esserci utili oggi per affrontare la perdita in modo un po’ meno doloroso, può essere di conforto.

Elaborare il lutto è un percorso che può rivelarsi lungo e complesso. Ci dobbiamo abituare a una nuova quotidianità, a una mancanza nella nostra vita. Il metodo che abbiamo visto sopra ci dà un idea di come dovremmo fare per accettare rapidamente questo momento, anche se è una questione molto personale. Noi, come agenzia funebre, diamo un piccolo contributo sollevando, chi si affida a noi, dalle incombenze organizzative e burocratiche, in modo che ci si possa concentrare da subito sul superamento di questo momento.

Open chat
Posso aiutarti?
Salve,
posso esserti di aiuto?