Non è facile parlarne, e forse nemmeno pensarci, eppure, è una possibilità concreta, umana, e per certi versi anche liberatoria: parliamo di organizzare il proprio funerale mentre si è ancora in vita. Vero, a qualcuno potrà sembrare un pensiero macabro, cupo, ma per tante persone è invece una scelta di consapevolezza, un modo per non lasciare nulla al caso, soprattutto se si vive da soli o non si hanno familiari stretti che possano occuparsi delle esequie, ma anche un modo di deresponsabilizzare i propri cari al momento dell’inevitabile dipartita.
Perché pensarci prima
I motivi possono essere diversi, e variano da persona a persona, ma sicuramente chi ha pochi legami familiari, chi ha vissuto la vita con indipendenza o chi semplicemente non vuole gravare su figli, nipoti o amici si pone, prima o poi, questa domanda: cosa succederà quando non ci sarò più?. Organizzare il proprio funerale in anticipo può significare sollevare gli altri da un peso, ma anche, e soprattutto, significa prendersi cura di sé fino in fondo, decidere come si vuole essere salutati e ricordati, senza lasciare che sia qualcun’altro a farlo al nostro posto.
Cosa si può decidere
Pianificare in anticipo il proprio funerale vuol dire scegliere tante cose: il tipo di rito, laico o religioso, la cremazione o la sepoltura, la musica da far suonare, le parole da leggere, perfino la veste da indossare o l’urna da usare. Attenzione però, stiamo parlando di decisioni intime, che parlano della nostra storia, dei nostri valori, della nostra identità, e non si tratta di firmare un modulo e basta. Al contrario, è un percorso fatto con delicatezza, al fianco di professionisti che sanno ascoltare, consigliare, e rispettare ogni scelta.
Come funziona
Molte agenzie funebri, oggi, offrono servizi di previdenza funeraria. In pratica, si stipula un contratto che definisce in anticipo tutto ciò che riguarda il funerale: le modalità, i costi, i fornitori. Il pagamento può avvenire subito oppure essere rateizzato, e in molti casi può essere legato a una polizza assicurativa sulla vita, che copre le spese nel momento in cui servirà. Questo sistema garantisce che le proprie volontà vengano rispettate e che nessuno, in quel momento delicato, debba affrontare il dolore insieme alla burocrazia e alle incombenze economiche. Anche se questo può sembrare strano, non è una pratica sconosciuta, pensiamo a quando si acquistano in anticipo i loculi nei cimiteri.
Non è triste. È una forma di libertà.
Decidere di pianificare il proprio funerale in anticipo non è solo una questione pratica. È anche un modo per elaborare serenamente il rapporto che abbiamo con la nostra vita, e con la sua fine.Può essere un’occasione per riflettere, per fare ordine, per lasciare un messaggio. C’è chi ne approfitta per scrivere una lettera, scegliere una frase che lo rappresenti, o semplicemente per immaginare il momento del commiato come un saluto dignitoso e semplice.
Parlare della morte in vita è difficile, e noi delle Onoranze funebri Emidio e Alfredo de Florentiis lo sappiamo bene, ma chi lo fa, spesso, non lo vive con paura.
Al contrario: tante persone raccontano che, una volta sistemato tutto, provano una strana serenità, come se potessero concentrarsi di nuovo sul presente, sulla vita vera, quella che si vive ogni giorno, sapendo che anche l’ultimo capitolo sarà scritto come vogliono loro. Una scelta che aiuta anche a fare pace con la vita.
In un certo senso, organizzare il proprio funerale diventa anche un atto terapeutico che permette di affrontare ciò che di solito si evita, di guardare alla morte con meno paura e più lucidità, non per abituarsi all’idea, ma per rimettere al centro ciò che conta davvero: le relazioni, i ricordi, le cose belle fatte, e tutto quello che possiamo ancora costruire finché siamo qui.